Minacce e botte: condannato in primo grado, risarciti i vicini di casa

Minacce e botte ai vicini di casa: condannato in primo grado. La coppia, vista la situazione, ha disdetto il contratto d’affitto e si è trasferita da Pramaggiore a Sesto al Reghena. Ecco quanto ha ricostruito la procura di Pordenone nel capo di imputazione. Brandendo un fucile ad aria compressa non denunciato l’imputato ha minacciato il vicino che aveva suonato alla sua porta con una semplice richiesta. Dopodiché ha colpito con una fioriera in metallo l’uomo al fianco sinistro e al capo e con un pugno la moglie intervenuta in soccorso del marito (10 e 20 i rispettivi giorni di prognosi).

Il pm Federico Facchin, titolare dell’indagine, ha contestato all’imputato anche la detenzione illegale della carabina ad aria compressa modificata: poiché è risultata avere una capacità offensiva superiore a 7,5 joule, è stata considerata alla stregua di un arma comune da sparo, che necessitava dunque di licenza e denuncia.

M. C. è stato condannato ieri dal giudice monocratico Eugenio Pergola a un anno e otto mesi di reclusione e al risarcimento delle parti civili, gli ex vicini di casa, costituiti con l’avvocato Fabio Gasparini. Il risarcimento dovrà essere quantificato in sede civile. Nel frattempo il giudice Pergola ha accordato una provvisionale immediatamente esecutiva di 5 mila euro complessivi. Il giudice ha inoltre disposto la trasmissione degli atti in procura affinché il pm Federico Facchin valuti la posizione dell’imputato e di sua moglie alla luce delle testimonianze rese al processo (Dal Messaggero Veneto del 19.11.2021)