Categoria: Responsabilità civile e risarcimento del danno

Società recupera 660 mila euro dalle banche grazie a un’azione giudiziaria assistita dall’avvocato Fabio Gasparini

Grazie a un’azione giudiziaria la curatela fallimentare della ditta Euromembrane spa di San Vito al Tagliamento, assistita dall’avvocato Fabio Gasparini, è riuscita a recuperare da sei istituti di credito 660 mila euro per la revoca delle rimesse eseguite fra il 10 ottobre del 2012 e il 9 agosto del 2013, data della dichiarazione di fallimento. La società aveva intrattenuto rapporti di conto corrente con sette istituti: Banca Popolare di Vicenza, Bcc Pordenonese, Banca nazionale del lavoro, Friuladria, Cari Fvg, Monte dei Paschi di Siena e Veneto Banca. Resta da definire ancora la settima posizione, quella che riguarda il procedimento contro Veneto Banca: la richiesta di pagamento ammonta a 120 mila euro. La sentenza è attesa entro l’anno. Che cosa è successo? Il 10 aprile del 2013 la spa con sede in via Pescopagano a San Vito ha depositato al tribunale di Pordenone e al registro delle imprese il ricorso per l’ammissione al concordato preventivo. Il presidente del Tribunale, ritenuti sussistenti i presupposti, ha assegnato alla società un termine per la presentazione della proposta, del piano e della documentazione prevista dalla legge fallimentare. Non sono però state ricevute proposte di acquisto né dell’intero complesso aziendale né di singole attrezzature e così non è stato possibile formulare una proposta ai creditori. Così la società ha depositato l’8 agosto l’istanza di autofallimento e l’indomani è stata dichiarata fallita. Nei sei mesi precedenti alla pubblicazione del ricorso al concordato preventivo nel registro delle imprese, però, sui conti correnti intestati a Euromembrane nelle sette banche (con le quali la società aveva un’esposizione debitoria) sono stati effettuati numerosi accrediti di somme di denaro. Prima il curatore fallimentare della società Bernardo Colussi, poi l’avvocato Fabio Gasparini per conto della curatela, hanno pertanto chiesto alle banche la restituzione delle somme dovute, ma senza esito. La curatela ha quindi autorizzato l’avvocato Gasparini a fare causa agli istituti di credito per la restituzione degli importi trattenuti su conti correnti ai sensi dell’articolo 70 della legge fallimentare. Le somme, dopo il fallimento, avrebbero dovuto essere restituite alla curatela – la tesi dell’avvocato Gasparini fondata sulla normativa in materia fallimentare – e non trattenute per ripianare i debiti della società nei confronti della stessa banca, onde scongiurare una violazione della par condicio fra i creditori dell’azienda fallita. Sei delle sette cause sono state definite con un accordo stragiudiziale che ha consentito di recuperare i 660 mila euro. Tali somme sono state poi redistribuite fra i creditori (e quota parte è stata data anche alle banche come previsto dalla legge). L’ingente importo recuperato dagli istituti di credito ha garantito alla curatela fallimentare della ditta Euromembrane spa una cospicua somma, che ha consentito di pagare tutti i creditori privilegiati e i lavoratori. (Dal Messaggero Veneto del 15.04.2017)

I diritti dei beneficiari nell’assicurazione sulla vita

La Corte di Cassazione Civile, Sez. III, con sentenza del 29 settembre 2015, n. 19210 (Pres. R. Vivaldi – Rel. R. Frasca) ha stabilito che, quando in un contratto di assicurazione sulla vita sia stato previsto per il caso di morte dello stipulante che l’indennizzo debba corrispondersi agli eredi tanto con formula generica, quanto e a maggior ragione con formulazione evocativa degli eredi testamentari o in mancanza degli eredi legittimi, tale clausola, sul piano della corretta applicazione delle norme di esegesi del contratto e, quindi, conforme a detta disposizione, dev’essere intesa sia nel senso che le parti abbiano voluto tramite dette espressioni individuare per relationem con riferimento al modo della successione effettivamente verificatosi negli eredi chi acquista i diritti nascenti dal contratto stipulato a loro favore (art. 1920, commi 2 e 3, c.c.), sia nel senso di correlare l’attribuzione dell’indennizzo ai più soggetti così individuati come eredi in misura proporzionale alla quota in cui ciascuno è succeduto secondo la modalità di successione effettivamente verificatasi, dovendosi invece escludere che, per la mancata precisazione nella clausola contrattuale di uno specifico criterio di ripartizione che a quelle modalità di individuazione delle quote faccia riferimento, che le quote debbano essere dall’assicuratore liquidate in misura eguale. (Da Danno e Responsabilità n. 7/2016)

Motociclista morto in un incidente, artigiano indagato per omicidio stradale difeso dall’avvocato Fabio Gasparini

Schianto mortale ad Azzano Decimo, è stato indagato per omicidio stradale il conducente del furgone, l’artigiano T.B., 57 anni. Nell’incidente ha perso la vita sabato pomeriggio il giovane di Tiezzo M. P., 27 anni, impiegato in banca.

Dai primi accertamenti della Polstrada di Pordenone è emerso che l’artigiano azzanese, al momento dell’impatto, stava facendo una inversione a U per immettersi nella carreggiata in via Corva e proseguire in direzione Cinque strade.

Il Renault Traffic era parcheggiato in uno spiazzo sterrato di fronte a un’abitazione, dove l’artigiano aveva appena terminato di fare un lavoro a un cliente.

Quindi ha cominciato a immettersi in via Corva. Il furgone era in mezzo alla strada quando è avvenuto l’incidente.

Paviotti stava arrivando dal bar Margherita di Tiezzo, dove aveva salutato gli amici e partecipato al primo motoraduno della Befana, quando si è trovato davanti il furgone. L’impatto è avvenuto dopo una semicurva, intorno alle 16.

Sono ancora in corso, invece, le verifiche della Polstrada sulla velocità alla quale viaggiava il giovane in sella alla Ducati. Si stanno valutando i segni di frenata della Ducati sull’asfalto.

Violentissimo l’urto: il ragazzo è finito contro la fiancata del veicolo, sbalzato di sella, la sua moto, invece, è schizzata via sull’asfalto, fino a sbattere contro il muro di recinzione di una villa sul lato opposto, al civico 95.

Vana la corsa in ospedale. Le manovre di rianimazione sono cominciate già a bordo dell’ambulanza e proseguite poi al pronto soccorso di Pordenone.

Medici e infermieri hanno fatto il possibile per salvare il ragazzo, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare: le sue condizioni erano molto gravi quando i soccorritori sono arrivati in via Corva.

Dopo l’urto, il giovane non ha più ripreso conoscenza. È stato proprio il conducente del furgone a soccorrere per primo il ragazzo e a telefonare al 118.

Non è ancora stata fissata, la data dei funerali di M. P., l’impiegato di banca morto sabato pomeriggio in un incidente mentre era in sella alla sua Ducati 1098. Originario di Tiezzo, da qualche anno residente con la famiglia a Pordenone, aveva 27 anni.

Il medico legale Barbara Polo Grillo ha effettuato l’esame autoptico. Gli esiti saranno disponibili nelle prossime settimane. Venerdì, inoltre, il pubblico ministero Monica Carraturo affiderà all’ingegnere Luigi Battistella l’incarico per la ricostruzione cinematica dello scontro tra la moto di Paviotti e il furgone condotto da T. B., artigiano di 57 anni di Fagnigola, indagato per omicidio stradale e difeso di fiducia dall’avvocato Fabio Gasparini.

Battistella avrà 60 giorni per consegnare la relazione, mirata a ricostruire appunto la dinamica dell’incidente. Un impatto molto violento, che aveva sbalzato di sella il giovane bancario, piombato sull’asfalto senza più riprendere conoscenza. Accolto in condizioni critiche all’ospedale di Pordenone, è deceduto poco dopo l’ingresso al pronto soccorso (dal Messaggero Veneto del 09.01.2017 e 10.01.2017)