Categoria: Responsabilità civile e risarcimento del danno

Fiera negata, la Pro si rivolge ai legali

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. La mancata partecipazione della Pro San Vito alla Sankt Veiter Wiesenmarkt: le annunciate lettere di Pro loco e Comune partiranno nelle prossime ore verso la gemellata Sankt Veit, ma il direttivo della Pro, come riferisce il presidente Luigi Sandri, ancora si riserva «la decisione sulle eventuali dimissioni». Non si sarebbe ancora appreso il contenuto della missiva del Comune, a dire di Sandri determinante per prendere la decisione. Il sindaco, Antonio Di Bisceglie, ha fatto sapere che è pronta, ribadendo che esprimerà «disagio e disappunto» ma invitando a chiarire, nello spirito di rafforzamento dei legami tra cittadine.

I contenuti della missiva della Pro sono noti. È indirizzata all’amministrazione di Sankt Veit, al direttore della fiera e, per conoscenza, ai gestori dell’Osteria San Vito. Si rimarca che anche negli ultimi tre anni l’entusiastica partecipazione dei volontari sanvitesi con uno stand di prodotti tipici è stata «ripagata dal sincero apprezzamento dei tanti visitatori». E siaggiunge: «Sicuri dell’assenza di motivi d’attrito, si era certi di parteciparvi anche stavolta, A fronte del solo «non c’è posto» austriaco, si è saputo dell’assegnazione all’Osteria San Vito, col cui titolare ci sono stati dei colloqui, dai quali sarebbe emerso che «non fu lui a richiedere di prendere il nostro posto», bensì gli sarebbe «stato assegnato a sua insaputa».

Il problema erano forse i prezzi troppo bassi? Non per la Pro San Vito: nel 2011 li ha aumentati del 23 percento, nel 2012 di un ulteriore 20 percento. Si ricordano impegno del Comune (operai e autorità sempre presenti alla fiera) e il puntuale pagamento della quota di partecipazione, «sobbarcandoci, in questi ultimi due anni, anche l’estinzione di un debito con l’erario austriaco» (ndr per 8.300 euro, in buona parte risalente al passato, per il direttivo della Pro, ndr). Esternando, quindi, il «rammarico» per la «immotivata, esclusione» si afferma: «Ci vediamo costretti, in accordo con l’amministrazione, a tutelare legalmente il nostro buon diritto, diffidando chiunque all’uso di parole, marchi, simboli, che possano in qualche modo far credere che stand diversi da quello della Pro San Vito siano riconducibili ad essa, al gemellaggio e al Comune di San Vito».

(Tratto dal Messaggero Veneto di Pordenone del 8 settembre 2013)

«Figlio autistico per colpa dei vaccini»: famiglia fa causa all’azienda sanitaria

PORDENONE – Diventato autistico a causa delle vaccinazioni fatte da 3 a 5 mesi di vita. È quanto sostengono i genitori e i legali di un ragazzino spilimberghese affetto da autismo con crisi epilettiche. Un bambino che allo stato non ha neppure i benefici di legge perchè l’Ass 6 non gli ha riconosciuto il nesso di causalità tra le vaccinazioni e la malattia. Ora, per ottenere il giusto indennizzo e le esenzioni la famiglia ha deciso di ricorrere alle vie legali impugnando l’atto con il quale l’azienda sanitaria gli ha negato i benefici. Con la causa promossa davanti al giudice del lavoro i legali della famiglia vogliono riconoscere il nesso di causalità tra le vaccinazioni e la malattia.

A sostegno è stata presentata una accurata perizia di parte redatta da uno specialista, il medico legale milanese D.M. Secondo la perizia l’Ass 6 avrebbe dovuto essere più prudente quando si è trattato di vaccinare il bambino. Perchè? Perchè all’età di due mesi, una quindicina di giorni prima dell’appuntamento, il neonato aveva manifestato una dermatite atopica sul volto e sulle braccia, segno – secondo la perizia di parte – che il sistema immunitario poteva avere dei problemi. Un segnale d’allarme che avrebbe dovuto indurre nei sanitari un atteggiamento prudenziale evitando, almeno, le vaccinanzioni facoltative. C’è da dire, però, che secondo il ministero la dermatite atopica non è un segnale del quale tener conto per evitare le vaccinazioni.

Al bimbo furono somministrate l’antipolio, la DiftoTetanoPertosse e il vaccino contro l’epatite B. L’unico segnale evidente fu un aumento della dermatite. Alcuni mesi dopo, furono fatti i richiami, ma a distanza di tre giorni iniziarono i problemi. Spasmi, movimenti non controllati del corpo, dondolio della testa, urla e irritabilità. I sintomi aumentarono sino a quando, nel 2000 (il bambino aveva 13 mesi) gli accertamenti al Burlo di Trieste indicarono la diagnosi: autismo con crisi epilettiche.

Solo nel 2007 la famiglia decise di chiedere all’Ass 6 il riconoscimento dei benefici assistenziali a fronte di reazioni avverse post vaccinali, ma l’Azienda 6 ha negato i benefici, indennizzo ed esenzioni. Contro il rifiuto gli avvocati Saverio Crea di Firenze e il pordenonese Fabio Gasparini hanno deciso di opporsi e ricorrere. Se il giudice del lavoro dovesse riconoscere il nesso di causalità tra vaccinazioni e autismo si aprirebbe la strada per un’altra causa di risarcimento vero e proprio del danno che in quel caso sarebbe milionario. Oggi il bambino ha 12 anni e vive in casa con i genitori, che vivono in una modesta situazione economica.

(Tratto dal Gazzettino di Pordenone del 4 Febbraio 2012 – Loris Del Frate)