Uccise un ciclista, ex star di “The voice” patteggia

Il canto era la passione di entrambi, ma i loro destini si sono incrociati in viale Rimembranze a Tiezzo il 4 settembre di due anni fa a causa di un incidente. G.M.D., 51 anni, presidente del coro Quattro molini di Azzano Decimo, è stato strappato ai suoi cari. Al volante della Alfa Romeo Mito che lo ha investito c’era A. S., 21 anni, di Azzano Decimo, che solo pochi mesi prima era approdata alla finale del talent show “The voice of Italy”, nel team di Francesco Renga. Ieri la giovane, difesa dall’avvocato Fabio Gasparini, ha chiuso il conto con la giustizia. Dinanzi al gup Giorgio Cozzarini ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione, pena sospesa. Il giudice ha disposto la sospensione della patente per due anni. I familiari non si sono costituiti parte civile: con l’assicurazione è stato raggiunto un accordo per il risarcimento. D. stava pedalando in bicicletta sulla banchina laterale che costeggia la provinciale 14. Era mezzogiorno, il sole splendeva. L’Alfa Romeo Mito procedeva nella stessa direzione. All’improvviso l’automobilista ha perso il controllo del veicolo, invadendo la banchina laterale e investendo la bicicletta. D. è deceduto sul colpo per i gravi traumi riportati, la cantante è stata portata via in ambulanza, in stato di choc. Ai carabinieri di Azzano Decimo, che hanno effettuato i rilievi dell’incidente, la giovane ha riferito che nell’abitacolo dal finestrino aperto era entrata una vespa: per questo aveva perso il controllo del veicolo. La difesa dei familiari ha sollecitato al pm Pier Umberto Vallerin, all’epoca titolare dell’indagine, una consulenza tecnica sui cellulari, poi concessa. I dati sono stati incrociati con le immagini di una telecamera privata, installata in una villa, che ha ripreso l’incidente. Nel capo di imputazione il pm Monica Carraturo, subentrato al collega, ha ipotizzato che la giovane avesse perso il controllo veicolo «per distrazione anche legata all’utilizzo del cellulare», ma il gup Giorgio Cozzarini, nella motivazione letta in udienza, ha specificato invece che «è verosimile, ma non è certo» l’uso del telefonino. Nel procedimento approdato dinanzi al gup peraltro, questo aspetto non è stato oggetto di accertamento. (Dal Messaggero Veneto del 05.03.2020).