Anno: 2021

25 novembre: Giornata contro la violenza sulle donne

Morte Nadia Orlando: uccise la fidanzata, poi il tragico epilogo. Tra i numerosissimi articoli che hanno trattato la vicenda, quello di inews24.it ripercorre in modo completo, seppur sintetico, questa tristissima vicenda umana e professionale.

Francesco Mazzega, responsabile della morte della sua fidanzata Nadia Orlando, ha chiuso la storia nel modo più tragico possibile

Una storia davvero terrificante, quella della morte di Nadia Orlando, una storia che si è conclusa nel modo più tragico possibile. Francesco Mazzega, l’uomo condannato a 30 anni di reclusione per aver ucciso la sua fidanzata Nadia, è stato trovato morto ieri sera nella sua abitazione, dove era stato confinato agli arresti domiciliari. Mazzega è stato trovato in giardino, vittima di un gesto sconsiderato, dopo che era arrivata la sentenza definitiva sul caso che lo riguardava. Siamo in Friuli. A Muzzana del Turgnano, in provincia di Udine, si consumò il delitto che ha rovinato la vita dell’uomo e ha stroncato a soli 21 anni quella di una povera ragazza, due anni fa. Francesco Mazzega si è suicidato nel giardino di casa, consumato dal senso di colpa sbandierato più volte per quel momento di tragica follia.

Il caso di Nadia Orlando e l’ammissione di colpa di Francesco Mazzega

La sentenza della Corte d’assise di Appello di Trieste aveva  confermato la condanna a 30 anni inflitta in primo grado a Francesco Mazzega, per l’omicidio della fidanzata Nadia Orlando. La ragazza, 21 anni, fu uccisa per soffocamento a Vidulis di Dignano la sera del 31 luglio 2017, vicino casa.

Fin dal primo momento fu addebitata al suo fidanzato la responsabilità della sua morte, e infatti fin dal 26 settembre 2017 Mazzega era agli arresti domiciliari in casa dei genitori, dove è stato trovato morto suicida. E non ha mai negato le sue responsabilità, assumendosele tutte: “Non merito perdono. Ho paura anche a chiederlo, vista la gravità del mio gesto. Non mi capacito di ciò che ho fatto e non so come possa essere accaduto”. Così aveva spiegato l’uomo poco prima che la Corte d’Assise si ritirasse in camera di consiglio per decidere della sentenza di condanna pronunciata in primo grado.

E alla fine è arrivato il gesto estremo, il suicidio per espiare la pena e il senso di colpa. Un gesto che non restituirà Nadia Orlando alla sua famiglia e che aggiunge ulteriore dolore ad una storia già terribilmente drammatica.

Il motociclista morì, automobilista patteggia

La famiglia aveva scelto i media per chiedere a gran voce «il massimo della pena» per l’automobilista contro cui si era schiantata la moto. «Chi ce l’ha tolto merita il carcere. O una pena che sia di monito per chi uccide alla guida senza curarsi delle conseguenze», avevano dichiarato genitori e sorella. Ora la condanna è arrivata, ma non è quella che si aspettavano. «Una pena così bassa, non comportando misura detentiva in quanto sospesa, non fa da vero deterrente a comportamenti stradali che possono comportare tragedie». Fin qui i commenti. I fatti sono scritti nelle carte giudiziarie e, in particolare, nel patteggiamento a 1 anno e 6 mesi di reclusione, sospesi appunto con la condizionale, applicato ieri dal gup del tribunale di Udine, Carlotta Silva, a E. Z. per omicidio stradale. C’era lui al volante della Dacia che, alle 19.30 del 12 ottobre 2019, lungo la strada Statale 14, nel tratto tra San Giorgio di Nogaro e Muzzana del Turgnano, investì in fase di sorpasso la Kawasaki Ninja su cui viaggiava F. E., 26 anni, di Muzzana.

Nel ritenere congrua l’entità della pena precedentemente concordata tra il pm Lucia Terzariol e il difensore, avvocato Fabio Gasparini, il giudice ha inoltre disposto nei confronti dell’imputato la pena accessoria della sospensione per 4 anni della patente di guida.

Alla lettura del dispositivo erano presenti i familiari della vittima, costituitisi parte civile e in aula con in mano fotografie del loro F.

Risarcimento sul quale, peraltro, al momento non risulta raggiunto alcun accordo con la compagnia assicurativa.

Era stata la consulenza tecnica sulla dinamica del sinistro ad aiutare il pm a formulare l’imputazione ed escludere in capo a Z. condotte in violazione del codice della strada. In auto con la moglie e una coppia d’amici, l’imputato stava guidando a una velocità che il consulente ha indicato attorno ai 60 chilometri orari, su un tratto con limite di 90. Anche il sorpasso era avvenuto nel rispetto delle regole. L’impatto con la moto era avvenuto durante quella manovra.

«Abbiamo scelto la via del patteggiamento – ha spiegato l’avvocato Gasparini, ricordando anche le conclusioni del proprio consulente rispetto all’elevata velocità del motociclista – per chiudere questa triste vicenda nel rispetto di tutti». Sul caso, la famiglia aveva sporto una serie di esposti, tra cui uno relativo a una presunta omissione di soccorso da parte di Z., che la Procura ha nel frattempo archiviato (Dal Messaggero Veneto del 22.09.2021).

Motociclista morto nello scontro col furgone

Ha patteggiato un anno di reclusione, pena sospesa, per omicidio stradale, un giovane sanvitese. Il 14 ottobre dell’anno scorso al volante del furgoncino con il quale stava facendo le consegne, invase la corsia di marcia opposta, scontrandosi con una moto, lungo la provinciale 21 a San Vito al Tagliamento. In quell’incidente perse la vita una figura di spicco dell’associazionismo sanvitese.

Assistito dall’avvocato Fabio Gasparini, ieri l’imputato, 23 anni, ha chiuso la vicenda giudiziaria dinanzi al gup Giorgio Cozzarini.

I familiari della vittima sono già stati risarciti. La patente di guida dell’automobilista è stata sospesa per un anno. Il motociclista viaggiava su una Honda Africa Twin da San Vito a Bannia. Dietro di lui, nella stessa direzione, procedeva una Fiat Grande Punto, condotta da un altro giovane sanvitese. Il furgoncino Citroen, invece, arrivava dall’altro senso di marcia. L’ipotesi è che all’origine dell’incidente ci sia stato un colpo di sonno. Il furgoncino sconfinò nella corsia di marcia opposta: così si è verificata la collisione con la moto. Dopo lo scontro con la Honda, il mezzo è andato a sbattere contro la Fiat Grande Punto. Il motociclista è stato sbalzato di sella e proiettato a quindici metri di distanza, morendo sul colpo. L’indagine sull’incidente mortale è stata coordinata dal pm Carmelo Barbaro, che ha prestato il consenso al patteggiamento (Dal Messaggero Veneto del 21.10.2021)