Travolto e ucciso a quindici anni. Chiesto il processo per la soldatessa americana. Familiari della vittima assistiti dall’avvocato Fabio Gasparini

È stato chiesto il giudizio immediato per J. B. 20 anni, la soldatessa americana che la notte del 21 agosto ha travolto e ucciso il quindicenne pordenonese G. Z. Alle parti è stato notificato ieri il decreto che fissa l’udienza al 7 marzo, davanti al Tribunale in composizione collegiale, perché l’accusa di omicidio stradale è aggravata dalla guida in stato di ebbrezza. L’imputazione formulata dal sostituto procuratore Andrea Del Missier è stata aggravata nella parte che riguarda le condizioni in cui la giovane si è messa alla guida. Sulla base di una consulenza tecnica del medico legale Michela Frustaci, infatti, il tasso alcolemico non è più 2,09 grammi/litro, ma è stato elevato a 2,315.

LA GIURISDIZIONE
Resta aperta la questione della giurisdizione. Le autorità americane, come accade in questi casi, sulla base della convenzione che stabilisce che i militari dell’alleanza atlantica siano processati nel Paese d’origine se commettono reati in Italia, hanno chiesto al ministero della Giustizia di rinunciare al processo. Sul punto a esprimersi sarà il nuovo ministro Carlo Nordio, che dalla Procura di Pordenone ha già ricevuto la comunicazione dell’avvio dell’azione penale. Il fatto che la soldatessa non fosse in servizio quando ha travolto Giovanni, non dovrebbe comportare, come successo in altre occasioni, un cambio di fronte.
LE PARTI
Gli avvocati hanno 15 giorni di tempo per presentare eventuali istanze di rito alternativo che prevedono lo sconto di pena di un terzo. «Una linea che stiamo valutando e che verrà definita una volta esaminati gli atti di indagine. Da parte nostra continuerà una linea improntata alla collaborazione». J. B., dunque, potrà chiedere alla Procura di patteggiare o, al gup, di essere ammessa a un abbreviato.

A tutelare la famiglia Z. è l’avvocato Fabio Gasparini, a cui la costituzione di parte civile sarà preclusa soltanto in caso di un patteggiamento.
L’INCIDENTE
Quella notte G. Z. stava tornando a casa a piedi assieme agli amici con cui aveva trascorso la sera al Papi di Roveredo. A Porcia, mentre si trovava sulla pista ciclabile della rotonda di via Roveredo portando a mano la bicicletta di un amico, è stato travolto dalla soldatessa, piombata sul ragazzo con una Volkswagen Polo a circa 65 chilometri l’ora, come ipotizzato dalla perizia depositata dall’ingegner Pierluigi Zamuner, a cui la Procura si è affidata per ricostruire la dinamica dell’incidente. Anche Julia Bravo tornava da una serata con gli amici al Papi. Erano le 2.30 e affrontando la rotonda a Sant’Antonio non è riuscita a completare la manovra travolgendo il 15enne. «La perizia – afferma la difesa – conferma che la velocità dell’auto non era eccessiva. Al massimo, come rileva il nostro consulente, l’ingegner Carlo Gava, poteva andare a 67 chilometri l’ora, velocità che si avvicina a quella indicata dal consulente della Procura». È una circostanza confermata anche da una testimone che viaggiava dietro la Volkswagen Polo. Julia Bravo avrebbe percorso il rettilineo di via Roveredo a velocità molto moderata per poi accelerare, inspiegabilmente, all’altezza della rotonda. La giovane è ai domiciliari. (Dal Gazzettino del 25.11.2022)