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Motociclista morto in un incidente, artigiano indagato per omicidio stradale difeso dall’avvocato Fabio Gasparini

Schianto mortale ad Azzano Decimo, è stato indagato per omicidio stradale il conducente del furgone, l’artigiano T.B., 57 anni. Nell’incidente ha perso la vita sabato pomeriggio il giovane di Tiezzo M. P., 27 anni, impiegato in banca.

Dai primi accertamenti della Polstrada di Pordenone è emerso che l’artigiano azzanese, al momento dell’impatto, stava facendo una inversione a U per immettersi nella carreggiata in via Corva e proseguire in direzione Cinque strade.

Il Renault Traffic era parcheggiato in uno spiazzo sterrato di fronte a un’abitazione, dove l’artigiano aveva appena terminato di fare un lavoro a un cliente.

Quindi ha cominciato a immettersi in via Corva. Il furgone era in mezzo alla strada quando è avvenuto l’incidente.

Paviotti stava arrivando dal bar Margherita di Tiezzo, dove aveva salutato gli amici e partecipato al primo motoraduno della Befana, quando si è trovato davanti il furgone. L’impatto è avvenuto dopo una semicurva, intorno alle 16.

Sono ancora in corso, invece, le verifiche della Polstrada sulla velocità alla quale viaggiava il giovane in sella alla Ducati. Si stanno valutando i segni di frenata della Ducati sull’asfalto.

Violentissimo l’urto: il ragazzo è finito contro la fiancata del veicolo, sbalzato di sella, la sua moto, invece, è schizzata via sull’asfalto, fino a sbattere contro il muro di recinzione di una villa sul lato opposto, al civico 95.

Vana la corsa in ospedale. Le manovre di rianimazione sono cominciate già a bordo dell’ambulanza e proseguite poi al pronto soccorso di Pordenone.

Medici e infermieri hanno fatto il possibile per salvare il ragazzo, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare: le sue condizioni erano molto gravi quando i soccorritori sono arrivati in via Corva.

Dopo l’urto, il giovane non ha più ripreso conoscenza. È stato proprio il conducente del furgone a soccorrere per primo il ragazzo e a telefonare al 118.

Non è ancora stata fissata, la data dei funerali di M. P., l’impiegato di banca morto sabato pomeriggio in un incidente mentre era in sella alla sua Ducati 1098. Originario di Tiezzo, da qualche anno residente con la famiglia a Pordenone, aveva 27 anni.

Il medico legale Barbara Polo Grillo ha effettuato l’esame autoptico. Gli esiti saranno disponibili nelle prossime settimane. Venerdì, inoltre, il pubblico ministero Monica Carraturo affiderà all’ingegnere Luigi Battistella l’incarico per la ricostruzione cinematica dello scontro tra la moto di Paviotti e il furgone condotto da T. B., artigiano di 57 anni di Fagnigola, indagato per omicidio stradale e difeso di fiducia dall’avvocato Fabio Gasparini.

Battistella avrà 60 giorni per consegnare la relazione, mirata a ricostruire appunto la dinamica dell’incidente. Un impatto molto violento, che aveva sbalzato di sella il giovane bancario, piombato sull’asfalto senza più riprendere conoscenza. Accolto in condizioni critiche all’ospedale di Pordenone, è deceduto poco dopo l’ingresso al pronto soccorso (dal Messaggero Veneto del 09.01.2017 e 10.01.2017)

 

Scontro auto-moto a Rivignano, grave un 33enne

Stava tornando a casa, ad Ariis, in sella alla sua Honda. Ma sulla strada del rientro, in via VIII Bersaglieri, M. P., 33 anni, è rimasto coinvolto in un incidente stradale.

È ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Udine. Il giovane, sposato con due figli, per cause che sono ancora in corso di accertamento da parte della polizia stradale di Udine, è impattato contro una Skoda Octavia Wagon che proveniva da Ariis e che in quel momento stava svoltando verso sinistra per entrare nel cortile di un’abitazione. Il conducente, L.D. della zona difeso dall’avvocato Fabio Gasparini del Foro di Pordenone, stava andando a trovare dei parenti. Nessuno dei due mezzi è riuscito a evitare in tempo lo schianto.

A seguito dello scontro, la moto ha finito a sua corsa incastrandosi sotto l’auto, P. invece è rimbalzato sopra il cofano. Immediatamente sono scattati i soccorsi. Le sue condizioni sono apparse subito critiche.

Sul posto sono arrivati tempestivamente il 118 di Latisana, i vigili del fuoco volontari del distaccamento di Codroipo e la polstrada del capoluogo friulano. Pochi istanti, lo scontro tra i due mezzi e una giornata di festa da trascorrere con familiari e amici è stata rovinata sull’asfalto tra pezzi di vetro e lamiere.

Tra gli sguardi attoniti dei residenti allertati dalle sirene che hanno squarciato il silenzio del pomeriggio. Tra gli amici di P. arrivati poco dopo in via VIII Bersaglieri per cercare di capire che cosa fosse successo. P. ieri avrebbe dovuto trascorrere la serata insieme alla famiglia a cena da alcuni amici.

Stava tornando a casa, era appena partito da Rivignano e si stava dirigendo ad Ariis. Poi lo schianto e la corsa in ospedale a sirene spiegate.

E adesso sono ore di grande attesa e angoscia, ma anche e soprattutto di speranza per la moglie, i parenti e tutte le persone che lo conoscono e gli vogliono bene. Le sue condizioni, come detto, sono molto gravi. Ora nel Comune, dove P., titolare di un’impresa edile, è molto conosciuto e apprezzato, si attende di ricevere presto delle buone notizie.

Entrambi i mezzi coinvolti nel sinistro sono stati posti sotto sequestro. La strada, durante le operazioni di soccorso e di recupero dei due veicoli, terminate poco prima delle 20, è stata chiusa al traffico in entrambe i sensi di marcia (Dal Messaggero Veneto del 26.12.2016)

Truffa clienti ed erario per oltre mezzo milione. Costituite 5 parti civili con l’avvocato Fabio Gasparini

Avevano piena fiducia nel commercialista che aveva aperto lo studio T. a Casarsa. Quando hanno scoperto che non si occupava come avrebbe dovuto delle loro dichiarazioni dei redditi o del versamento dell’iva, era ormai troppo tardi. S. C., 41 anni, originario di San Vito al Tagliamento, attualmente all’estero, difeso dall’avvocato Anna Tortora, ieri è stato rinviato a giudizio dal gup Roberta Bolzoni. Il processo comincerà il 7 febbraio prossimo: è chiamato a difendersi dalle accuse di truffa aggravata e di varie fattispecie di falso. Ieri, in udienza preliminare, con gli avvocati Fabio Gasparini, Giuseppe Bavaresco e Francesco Furlan si sono costituite cinque parti civili. Le parti offese sono però una trentina e l’importo falsamente compensato con i modelli F24 è di 505 mila euro.

I fatti contestati vanno dall’agosto 2011 al marzo 2013. C. – a cui il pm Federico Facchin ha contestato l’aggravante dell’abuso di relazioni di prestazioni d’opera – è accusato di aver truffato i suoi clienti (artigiani, commercianti e studi tecnici di Pordenone, Casarsa, Sesto al Reghena e Zoppola). Erano tutti convinti della regolarità delle pratiche che gli avevano affidato e non si erano mai preoccupati. Ci pensava lui. In realtà negligenze ed errori hanno originato pesanti irregolarità fiscali. «Se le pratiche fossero state gestite correttamente – rileva la Procura nell’imputazione – nessun debito erariale sarebbe stato originato».

A farne le spese sono stati anche i funzionari della sede di Pordenone dell’agenzia delle entrate. C. è infatti accusato di essersi avvalso della procedura di “compensazione orizzontale”, quella che permette al contribuente di compensare crediti e debiti nei confronti dell’erario, inviando per via telematica F24 falsi. Lo avrebbe fatto in qualità di intermediario abilitato e utilizzando chiavi di accesso che erano state rilasciate ai clienti. In questo modo – secondo l’accusa – si sarebbe procurato un ingiusto profitto di 505 mila euro, poichè per l’effetto della procedura da lui avviata è scattato l’annullamento della pretesa erariale ed è stata bloccata la procedura di riscossione. (dal Gazzettino del 13.10.2016)