Rinviato a giudizio per stalking, violenza furti e minacce

Aveva reso la vita impossibile, secondo il capo di imputazione, a un po’ di cittadini e a un paio di dipendenti del Comune, che si è costituito parte civile: per furto in concorso, stalking e violenza privata, L. C. C., 51 anni, di Aviano, è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pordenone Roberta Bolzoni. Sono dodici le condotte contestate all’uomo, messe in atto tra estate e autunno 2009.

In concorso, si sarebbe appropriato di materiale ferroso «per assecondare il suo collezionismo maniacale», come contesta la procura, selezionato per il riciclo nella piattaforma del Comune: lavatrici, sedie in plastica, frigoriferi e pneumatici; persino una targa in ottone dello studio legale dell’avvocato P. C., a Pordenone.

Cinque gli episodi di atti persecutori. Per la mancata conclusione di un contratto di compravendita di un bene mobile, una famiglia è stata oggetto di telefonate mute nel corso della notte (sino a 15), con tentativo di investimento in auto, ingiurie e appostamenti davanti a casa, tanto che la stessa famiglia, vivendo un continuo stato d’ansia, aveva rinunciato alle vacanze.

Un’altra famiglia aveva acquistato un terreno al quale l’indagato era interessato: seguirono telefonate notturne mute e un appostamento davanti alla scuola frequentata dalla figlia minorenne della coppia. Ancora, a causa di contrasti per rapporti professionali, avrebbe preso di mira un’altra famiglia, minacciando di investire il capofamiglia, se lo avesse trovato in giro in bicicletta.

Gli immobili in costruzione di proprietà di una società avianese furono lordati con uova perché il titolare aveva acquistato un terreno edificabile al quale il cinquantunenne era interessato; anche in questo caso seguirono telefonate mute. Diffamando la società, avrebbe avvicinato alcune persone interessate alle aste per ostacolarne l’esito.

Due dipendenti comunali di Aviano, inoltre, furono minacciati «per ritorsione» in quanto il Comune aveva disposto alcuni lavori pubblici «a lui non graditi» in prossimità della sua abitazione. Nel mirino dell’indagato, assistito dall’avvocato Alessandro Magaraci, anche un minore – figlio di una coppia oggetto di atti persecutori, strattonandolo, avrebbe tentato di farlo salire nella sua auto – e un avianese al quale avrebbe fatto morire sette ciliegi, tre platani e un pino, irrorandoli di diserbante.

Sono nove le parti offese, tre, compreso il Comune di Aviano, si sono costituite parte civile con gli avvocati Daniel Polo Pardise e Fabio Gasparini.

Stralciata l’accusa di invasione di terreno (che avrebbe coltivato contro la volontà del proprietario), di competenza del giudice di pace, e due capi dichiarati prescritti: detenzione di un proiettile calibro 8 e porto ingiustificato di tre coltelli e tre paia di forbici. (Dal Messaggero Veneto del 12.03.2015)