25 novembre: Giornata contro la violenza sulle donne

Morte Nadia Orlando: uccise la fidanzata, poi il tragico epilogo. Tra i numerosissimi articoli che hanno trattato la vicenda, quello di inews24.it ripercorre in modo completo, seppur sintetico, questa tristissima vicenda umana e professionale.

Francesco Mazzega, responsabile della morte della sua fidanzata Nadia Orlando, ha chiuso la storia nel modo più tragico possibile

Una storia davvero terrificante, quella della morte di Nadia Orlando, una storia che si è conclusa nel modo più tragico possibile. Francesco Mazzega, l’uomo condannato a 30 anni di reclusione per aver ucciso la sua fidanzata Nadia, è stato trovato morto ieri sera nella sua abitazione, dove era stato confinato agli arresti domiciliari. Mazzega è stato trovato in giardino, vittima di un gesto sconsiderato, dopo che era arrivata la sentenza definitiva sul caso che lo riguardava. Siamo in Friuli. A Muzzana del Turgnano, in provincia di Udine, si consumò il delitto che ha rovinato la vita dell’uomo e ha stroncato a soli 21 anni quella di una povera ragazza, due anni fa. Francesco Mazzega si è suicidato nel giardino di casa, consumato dal senso di colpa sbandierato più volte per quel momento di tragica follia.

Il caso di Nadia Orlando e l’ammissione di colpa di Francesco Mazzega

La sentenza della Corte d’assise di Appello di Trieste aveva  confermato la condanna a 30 anni inflitta in primo grado a Francesco Mazzega, per l’omicidio della fidanzata Nadia Orlando. La ragazza, 21 anni, fu uccisa per soffocamento a Vidulis di Dignano la sera del 31 luglio 2017, vicino casa.

Fin dal primo momento fu addebitata al suo fidanzato la responsabilità della sua morte, e infatti fin dal 26 settembre 2017 Mazzega era agli arresti domiciliari in casa dei genitori, dove è stato trovato morto suicida. E non ha mai negato le sue responsabilità, assumendosele tutte: “Non merito perdono. Ho paura anche a chiederlo, vista la gravità del mio gesto. Non mi capacito di ciò che ho fatto e non so come possa essere accaduto”. Così aveva spiegato l’uomo poco prima che la Corte d’Assise si ritirasse in camera di consiglio per decidere della sentenza di condanna pronunciata in primo grado.

E alla fine è arrivato il gesto estremo, il suicidio per espiare la pena e il senso di colpa. Un gesto che non restituirà Nadia Orlando alla sua famiglia e che aggiunge ulteriore dolore ad una storia già terribilmente drammatica.