Mese: Settembre 2014

Lite con minacce e investimento, patteggiamento sdoppia il processo

Le trattative per la compravendita di un camper avevano avuto un seguito violento. A. T., 39 anni, dovrà difendersi dall’accusa di lesioni gravi per aver schiacciato – spappolandogliela – una gamba a D. P., 38, di Sacile, a sua volta imputato di minacce. Il processo ieri si è sdoppiato. P., difeso dall’avvocato Chiara Bidon, ha patteggiato 16 giorni convertiti in 4 mila euro di multa. T., assistito dall’avvocato Fabio Gasparini, comincerà a difendersi dalle accuse nell’udienza fissata per il 13 gennaio.
I fatti risalgono al 7 agosto del 2012. I due si erano incontrati per perfezionare le trattative sulla compravendita di un camper. Ad affare concluso, T. sarebbe stato aggredito con un pugno e minacciato da P., che gli avrebbe afferrato la maglietta inserendosi all’interno un oggetto contundente. Risaliti sulle rispettive auto, T. avrebbe inseguito l’Alfa 156 di P. per avere dei chiarimenti. Nella zona artigianale di Roveredo, vicino a una cava dismessa, si erano fermati. Ad un certo punto T. avrebbe perso il controllo della sua Audi A6: a causa delle ciabatte infradito, è sempre stata la sua difesa, il piede sarebbe scivolato sull’acceleratore. Aveva travolto P. procurandogli il grave politrauma alla gamba sinistra (quattro mesi di prognosi).
Mentre a Roveredo arrivavano i soccorritori del 118 e i carabinieri del Norm di Sacile, T. andò a costituirsi in Questura e fu arrestato. Dopo un lungo interrogatorio con il gip, fu ammesso ai domiciliari, misura cautelare successivamente annullata dal Tribunale del Riesame di Trieste. (dal Gazzettino del 24.09.2014)

Botte da orbi dopo l’affare Patteggia l’uomo travolto

Era tardo pomeriggio, il 7 agosto 2012, quando in via Valessa, tra la zona artigianale e le cave di Roveredo, accadde un incidente sospetto. Un uomo investito da un’auto era finito in ospedale per una grave lesione a una gamba. Tale investimento, acclararono i carabinieri, era avvenuto al culmine di una lite, al termine di un affare. A. T., aveva ammesso la sua responsabilità: con un’Audi A6 aveva investito D.P. Quest’ultimo era giunto in via Valessa con P.C., a bordo di una Alfa 156: il quarantacinquenne aveva appena concluso la vendita di un camper. T. era venditore di autoveicoli a Fiume Veneto. T. e P.C. si erano dati appuntamento a Roveredo in Piano per concludere l’affare, la vendita di un camper. La trattativa, però, si era fatta animata sino a quando erano venuti alle mani. T. poi, era salito in auto: aveva ingranato la prima, poi la retromarcia, investendo P. Il terzo uomo aveva fatto appena in tempo a spostarsi, evitando così di essere a sua volta investito. Il 39enne se n’era quindi andato, salvo poi presentarsi in questura per ammettere quanto commesso. Parte del processo è stata definita ieri. P., assistito dall’avvocato Chiara Bidon, ha patteggiato, per concorso in percosse e minacce, sedici giorni di reclusione, convertiti in 4 mila euro di multa. T. ha cambiato difensore: l’avvocato Fabio Gasparini ha chiesto i termini a difesa e il procedimento è stato stralciato e rinviato a gennaio.  (Dal Messaggero Veneto del 24.09.2014).

Rimborso al ciclista ferito Ma in strada resta la buca

Era la serata di sabato 21 gennaio quando un ciclista, sanvitese, si era ferito cadendo nel piazzale di fronte alle attività commerciali all’ombra del campanile di Madonna di Rosa, a San Vito. La sua bicicletta si era incastrata tra le mattonelle. Nei giorni scorsi, assistito dall’avvocato Fabio Gasparini, il ciclista ha ricevuto dall’assicurazione del Comune un assegno da 2.800 euro (più le spese legali). Somma che, a quanto pare, saranno direttamente le casse comunali a dover sborsare, per la tipologia di contratto che lega l’ente alla compagnia assicurativa. E dopo svariati mesi, la pavimentazione che, come è stato riconosciuto, ha causato la caduta, è ancora lì, dissestata come a gennaio: nessuno ha provveduto nemmeno a una sistemazione provvisoria. La transazione s’è conclusa: i 2.800 euro il ciclista sanvitese li ha intascati senza avviare una causa, è bastato l’accordo tra le parti. È stata dunque riconosciuta la responsabilità del Comune per il sinistro. La diagnosi per l’uomo era stata di un trauma cranico lieve, con ferita lacerocontusa dello zigomo sinistro e abrasione del padiglione auricolare sinistro. Si era procurato queste ferite, in poche parole, sbalzato dalla sella della sua bicicletta che si era bloccata – con la ruota anteriore – tra le mattonelle dissestate della pavimentazione del piazzale, intorno a un tombino. Sul posto è stato anche eseguito un sopralluogo del perito dell’assicurazione. Risulta che il Comune abbia sottoscritto un’assicurazione che prevede una franchigia frontale assoluta di 5 mila euro per ogni danno. Ciò significa che si superi tale quota, la somma superiore la paga la compagnia assicurativa. Se l’ammontare del danno rimane sotto i 5 mila euro, paga l’ente assicurato. Ovvero, secondo quanto appreso, nel caso del ciclista il Comune dovrebbe rimborsare la compagnia dei 2.800 euro pattuiti. Appreso dell’avvenuto rimborsi, come in altre simili occasioni, Valerio Delle Fratte (A.mo San Vito) si scaglia contro la giunta comunale: «Va bene il piano asfaltature (stanno per partire, in tal senso, lavori per 436 mila euro, ndr) – osserva il consigliere all’opposizione – ma invece che disperdere gli interventi in 30 strade, forse era meglio concentrarsi su una decina, rifacendole completamente». A Madonna di Rosa, per esempio, sono previsti lavori soltanto su una stradina (particolarmente dissestata) del piazzale, non sul tratto dov’è stato sbalzato al suolo il ciclista, rimasto com’era a gennaio. (dal Messaggero Veneto del 12.09.2014)